venerdì 31 agosto 2007

Un Magic bullet ci salverà

Dopo il new deal, la nuova frontiera e la grande società l’utopia d’oggi si chiama magic bullet?


Migliorare la qualità della propria vita è un obiettivo che – consapevolmente o meno – tutti perseguiamo, sovente a caro prezzo. Si pensi solo al flusso di denaro che ruota intorno alla psicoterapia, agli ansiolitici, agli antidepressivi, a tutti i farmaci che in generale ci promettono benessere e pace interiore.
Eppure un miglioramento tangibile, effettivo, immediato e, perché no, ad un prezzo tutto sommato economico, ci viene fatto balenare tutti i giorni ed a tutte le ore dalla TV. Non mi riferisco ai programmi che trattano di salute e medicina oppure a fiction e serial che propongono modelli sovente irraggiungibili bensì, molto prosaicamente alle televendite made in USA.
Avete presente quelle bellissime televendite che hanno ad oggetto la qualunque, dall’ago al missile, doppiate in italiano con accenti entusiastici, nelle quali sono presenti spesso una coppia di tele venditori che, invece di magnificare passivamente il prodotto come Mike con il prosciutto Rovagnati® (mai che il nostro abbia consumato con fauci avide, sotto l’occhio delle telecamere, un bell’amposto di formaggio e gran biscotto…..), con le loro mani esperte utilizzano l'oggetto di cui propongono la vendita, dimostrandone i benefici effetti sulla nostra vita?
Coltelli, frullatori, guaine snellenti, leva peli magiche, spazzoloni, taglia verdure, articoli per make up, attrezzi speciali in grado di aiutarti nell’edificazione o nella pulizia della casa dei tuoi sogni: nessuna categoria merceologica sfugge agli imbonitori a stelle e strisce.
Al di là di ogni discorso sull’utilità o meno degli articoli proposti, queste televendite meritano un plauso incondizionato: hanno l’indiscutibile capacità di trasmettere al pubblico quel senso di inadeguatezza che deriva dal mancato possesso dell’oggetto e l’abilità a far sentire tangibilmente ed immediatamente i benefici che la nostra vita ne avrebbe acquistando l’articolo tele promosso.
Quelli che possono sembrare banalotti trucchi da imbonitore in realtà nascondono uno studio di psicologia popolare (popolare sin che si vuole, ma psicologia…) assai acuto. Se il marketing appare così avanzato per oggetti di pochi soldi (al massimo 50 o 100 €), possiamo ben immaginare quali poderose menti si celino dietro campagne pubblicitarie di grossi brand o di candidati alla Casa Bianca.
Sia detto senza alcun dileggio neppure sottinteso, l’oggetto di turno – grazie ai venditori – riesce a trasmettere quell’ottimismo nell’avanzamento dell’umanità grazie al progresso che è sempre stato uno degli ingredienti dell’american dream che, dopo i durissimi risvegli del delitto Kennedy, degli omicidi razzisti di Martin Luther King e Malcom X, del Vietnam e del Watergate, trova il suo estremo baluardo nelle televendite.
Si capisce, pertanto, come Homer Simpson sia dileggiato da Matt Groenig per la sua voglia compulsiva di comprare gli oggetti più assurdi ed inutili, purché pubblicizzati in Tv oppure come il protagonista del telefilm americano Quell’uragano di papà sia un tele venditore, l’uomo attrezzo, visto nella sua quotidianità lavorativa e familiare.
Il discorso potrebbe continuare ed essere approfondito, ma ora debbo scappare: vado a fare zapping, sperando di riuscire a comprare il leggendario Magic Bullet®, frullatore magico con lo speciale bicchiere a forma di proiettile.

martedì 21 agosto 2007

vacanze lumbard

Impressioni di viaggio e note antropologiche scherzose di un napoletano in vacanza in una enclave lombarda nel sud Italia.

Trascorrere le vacanze fuori casa significa, in qualche modo, confrontarsi con una realtà nuova. Il confronto, poi, è duplice se – oltre a vivere in un contesto estraneo – si condivide uno spazio limitato, seppur ampio, con persone di provenienza assolutamente diversa dalla propria.
Ho passato una settimana intera in un villaggio vacanze di Marina di Camerota (SA) che in realtà è una colonia lombarda in partibus infidelium, ossia in Terronia.
Il villaggio (http://www.blackmarlin.it/), stupendo ed attrezzatissimo, bagnato da uno splendido mare, è caldamente raccomandato ai vacanzieri, anche tardivi.
Il rapporto approssimativo tra lombardi e non era circa di 85 a 15, ossia su cento vacanzieri solo 15 erano non lombardi.
Non è stato facilissimo socializzare, visto che la maggior parte di loro erano arrivati già in gruppo e che io ero impegnato con le mie piccole adorate pesti: solo con i nostri vicini di casa (anzi di casetta) e con una famiglia di Lecco conosciuta in spiaggia siamo andati al di là di poche parole di circostanza.
Ho avuto tuttavia occasione di constatare nell’animo lumbard una tendenza che chiamerei alla “timida trasgressione”.
In poche parole: il villaggio ha una spiaggia liberamente fruibile attrezzata con ombrelloni, ossia chi prima arriva al mare meglio alloggia. La direzione (anch’essa rigorosamente milanese) ha apposto un cartello all’ingresso dell’arenile, con il quale si fa divieto di occupare gli ombrelloni con asciugamani, sedie o altro al solo fine di mantenerli bloccati. Orbene le modalità di sistematica trasgressione di tale regola segnano la differenza tra napoletani e lumbard.
Il lumbard conosce la regola ma la trasgredisce lasciandovi ombrelloni e sedie. Chiaro che, poi, arriva il napoletano screanzato di turno (ossia io) che si è svegliato alle 07.30 per portare presto i bambini al mare e farli giocare sulla battigia e sposta tutto, ammucchiandolo presso un altro ombrellone, che in tal caso dovrebbe diventare conteso da due nuclei di lombardi.
Come reagirebbe un napoletano medio al cospetto di un simile affronto al suo diritto a trasgredire le regole? Il napoletano medio si avvicinerebbe a muso duro all’usurpatore chiedendo spiegazioni su tale inimmaginabile condotta, poi formulerebbe minacce di un male ingiusto e notevole, sproporzionato all’oltraggio patito intimando di liberare l’ombrellone e poi, secondo la differente propensione a delinquere e dopo aver soppesato l’avversario a) cambierebbe ombrellone; b) passerebbe alle vie di fatto.
Il lumbard cosa fa? Si guarda intorno per constatare che si, proprio il suo ombrellone faticosamente ed illegittimamente usurpato è occupato da estranei, poi tace e cambia ombrellone.
Chiaro che la condotta del lombardo è quella che desta meno allarme sociale e non richiede l’intervento della forza pubblica (o di quella privata) ma, se vogliamo, è la più riprovevole. Se il cittadino conosce la regola sarebbe auspicabile che la rispettasse, senza necessità di coazione esterna, ma per autonoma volizione, come ha sempre fatto il napoletano screanzato di turno (ossia sempre io).
Ma se proprio deve violarla non sia femminiello o fighetta (absit iniuria verbis, sia chiaro): almeno si impegni in una virile tenzone per difendere i diritti illegittimamente acquisiti. Sennò fa più bella figura a fare l’educato, specialmente fuori dalla propria terra ed a contatto con i terùn, che lo guardano, lo giudicano e ne scrivono sui blog……..


PS: una parola sull’animazione del villaggio. Bravissimi ragazzi/e, molto discreti e professionali, ma con una piccolissima pecca: quasi tutti del nord, quindi senza quella marcia in più e l’istintiva solarità dei meridionali. D’altronde affidare il divertimento ai lumbard è un controsenso, come mettere in man l’organissasiun ai terùn!!!!!