mercoledì 18 aprile 2007

In nome del Papa Re

Una provocazione, ovviamente...
W RATZINGER!!!

Come cristiano di fede evangelica, appartenente ad una denominazione “protestante” storica, certamente non potevo salutare con gioia l’ascesa (ampiamente prevista) al pontificato di Benedetto XVI.
Troppe cose separano il mio modo (e quello delle chiese evangeliche) di “sentire” i temi della fede, della morale, della vita ecclesiale, del rapporto tra fede e politica ecc. con il Pontefice tedesco.
Per la verità Ratzinger non ha sorpreso nessuno: si è esattamente pronunciato sui vari temi nei termini che generalmente erano stati pronosticati.
Eppure oggi, dopo un’attenta e seria riflessione, mi sento di dire, anzi di urlare: W Ratzinger.
Viva Ratzinger perché conduce una spietata campagna contro il relativismo, con tutto ciò che esso implica: il lassismo, il soggettivismo, la perdita del senso di appartenenza ecc.
La Chiesa Cattolica è forte: il cattolicesimo è il credo più professato.
Eppure si tratta di un colosso dai piedi d’argilla: il 95 % dei cattolici (quivi includendo anche una consistente parte del clero) crede, ma “ a modo suo”.
La chiesa di Roma è un contenitore immenso, nel quale stanno insieme le più contraddittorie posizioni: da fratelli cattolici ai quali ho detto più volte “ma perché non venite con noi?”, sino a gruppi che di cattolico o cristiano hanno ben poco, impregnati come sono di una comprensione della fede solo come magia o esorcismo.
Ma il filone principale è costituito da inconsapevoli vetero cattolici. I vetero cattolici sono quei cattolici che non hanno accettato i nuovi dogmi del Concilio Vaticano I (in particolare l’infallibilità del vescovo di Roma quando si pronuncia “Ex-Cathedra” su questioni di fede e morale) ed hanno fondato negli anni 1873-1888 delle chiese cattoliche giuridicamente indipendenti da Roma, con un’organizzazione ecclesiale democratica e posizioni teologiche e morali ben più aperte di quelle di Roma.
Orbene in Italia i vetero cattolici ufficiali sono solo 300: ma la schiera di quelli inconsapevoli ne annovera milioni.
Quanti sono i cattolici che della chiesa di Roma assumono solo le posizioni che gli fanno comodo oppure quelle che non confliggono con la propria vita quotidiana? Tutti (o quasi)!!!
Le altre pronunce in tema di morale e/o fede? Bhe, insomma, si, ecco, ma non è che poi siano così importanti! Il Papa dice di non usare contraccettivi? Ma i papa boys e le papa girl, che giustamente fanno sesso insieme allegramente col preservativo, si sentono cattolici coerenti quando vanno ad acclamare “B16”!
Il matrimonio è sacramento indissolubile? Ma mia moglie è una tale rompicoglioni o mio marito un tale stronzo! E via seguitando.
E no, signori miei! Basta così! La fede è un percorso irti di rischi e pericoli. Se per nascita o convinzione appartenete alla chiesa cattolica, siete tenuti ad adeguarvi alla morale ed alla fede che essa predica. Non si può prendere solo ciò che piace del messaggio papale: troppo comodo.
Perciò viva Ratzinger quando con durezza ribadisce le posizioni ecclesiali e ne chiede la piena osservanza.
Ma se volesse il mio plauso incondizionato, allora “B16” dovrebbe affacciarsi dal mitico balcone e fare un discorso di questo tenore: “Mie care sorelle, miei cari fratelli, le posizioni in materia di sesso, morale e fede sono inderogabili per i cattolici. Sappiate che ci sono tante belle chiese cristiane sorelle dove il clero può sposarsi, gli omosessuali liberamente praticare la propria tendenza, i fedeli divorziare senza difficoltà e/o usare i contraccettivi quando meglio gli aggrada, finanche abortire! Allora, per cortesia, quelli che non intendono seguire la linea che io detto ex cathedra, sono pregati di accomodarsi in quelle chiese, perché di loro non abbiamo bisogno. Poi, se dovessero cambiare idea, saranno i benvenuti”.
Un discorso simile di certo non lo sentiremo mai: ma quelli come me che ne hanno le palle piene di cattolici che “credono a modo loro” non possono non vedere nel pontificato Ratzinger un richiamo alla serietà in una chiesa che è diventata un carnevale dove ogni scherzo vale.

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